Money Monster, un film sulla negoziazione in situazioni di crisi

Lee Gates, conduttore del programma Money Monster, viene preso in ostaggio da un folle malintenzionato durante una diretta televisiva.

Stefano Cera

Gennaio 31, 2020

Sto preparando i corsi delle prossime settimane sulla negoziazione e, serendipicamente, ieri sera, in TV, mi sono imbattuto in un film che non avevo mai visto e che diventa un altro ottimo capitolo della mia personale “saga” sui film per la formazione sulla gestione delle controversie… Ecco la mia recensione, scritta di getto durante il film. Buona lettura…

MONEY MONSTER – L’ALTRA FACCIA DEL DENARO (2016), regia di Jodie Foster.

CITAZIONE

“Ho una pistola, ma non sono io il vero criminale. I criminali sono quelli come lui…”

TRAMA

Lee Gates, conduttore del programma Money Monster, viene preso in ostaggio da un folle malintenzionato durante una diretta televisiva.

RECENSIONE

Il “brutto della diretta”, il rude passaggio dalla commedia al dramma e un vero e proprio incubo. Questo è quello che vive Lee Gates (George Clooney), rampante anchorman finanziario che viene preso in ostaggio durante la sua trasmissione televisiva da un investitore truffato.

E d’improvviso, quella che all’inizio sembra una cosa molto simile al classico “spettacolo all’americana”, con pailettes, ricchi premi (quelli promessi dai presunti “investimenti del millennio” di cui parla Gates) e cotillons, diventa ben presto una drammatica arena “da Grande Fratello” (quello vero, non la “passerella” di presunti “personaggi” più  o meno VIP in televisione). Un’arena che si sviluppa quasi interamente sotto l’occhio della telecamera, in cui si svolgono confronti (e scontri) continui, in cui c’è in gioco la vita del conduttore e delle persone presenti nell’edificio. Con scene su trattative drammatiche tra il rapitore Kyle e il conduttore affermato, tra la regista Patty (Julia Roberts) e lo stesso Gates, tra la polizia (che spinge per un intervento mirato, molto rischioso) e il resto del mondo.

Subito dopo la “botta” dell’inizio del rapimento e preso completamente alla sprovvista, Gates prende in mano la situazione e inizia a condurre il drammatico “gioco” delle trattative, supportato dalla regista che pensa ora a dargli supporto dietro le quinte, ora ad organizzare lo scenario per facilitare e influenzare le trattative, anche attraverso pressioni verso i rappresentanti dell’azienda responsabile (anche in modo fraudolento) della perdita del giovane rapitore. E c’è un passaggio molto rappresentativo anche sull’uso degli alleati. Infatti, la polizia e la regista fanno parlare Kyle con la sua fidanzata sperando che questi possa aprire gli occhi sulla gravità della sua situazione. Questa, presa dalla sorpresa e dalla rabbia verso il fidanzato (che ha investito in borsa tutti i suoi soldi) al contrario lo attacca, causando una situazione ansiogena, spiazzante ed ancora più grave.

Prima di chiudere, una curiosità sulla regista del film, Jodie Foster, non nuova a film con situazioni di sequestro di ostaggi. Infatti, la ricordiamo come  interprete in un altro grande film “a tema”, cioè INSIDE MAN.

CONCLUSIONI

Un film che vive di continue accelerazioni, che alterna scene sulle trattative da usare in serie per evidenziare le dinamiche della comunicazione efficace, la negoziazione e l’arte della persuasione e momenti di elaborazione e riflessione, quasi a dare spazio, tempo e modo al formatore-cinefilo di prendere i suoi appunti. E, allo stesso tempo, Money Monster anche un film “simbolico” sulla negoziazione, perché nel suo complesso ne descrive le sue complesse dinamiche. 

Un film, in conclusione, che ho molto apprezzato, anche perché ogni protagonista è “disegnato” in maniera tale da far emergere i lati “forti” del proprio stile personale e caratteristiche “umane” che idealmente rappresentano le aree di miglioramento di tutti noi, quando sediamo al tavolo delle trattative, nelle nostre situazioni personali e professionali.

 

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