La mia intervista a RadioAgenti.it sul public speaking – Parte 1

Il 16 ottobre 2019 sono stato ospite della trasmissione “Il Portafoglio. Riflessioni e spunti di vendita sempre in tasca. Ne è uscita fuori una bella (spero!) intervista fatta dai due conduttori, Elisa Pagin e Carlo Tollo. Questa è la prima parte.

Stefano Cera

Ottobre 31, 2019

Il 16 ottobre 2019 sono stato ospite della trasmissione “Il Portafoglio. Riflessioni e spunti di vendita sempre in tasca. Ne è uscita fuori una bella (spero!) intervista fatta dai due conduttori, Elisa Pagin e Carlo Tollo. Il tema della puntata è stato: “Quali sono gli errori più comuni che si commettono quando si parla in pubblico?”. Riporto nel mio sito la prima parte dell’intervista. La seconda la pubblicherò la prossima settimana. Buona lettura (e ascolto)!

Stefano, iniziamo da un concetto a te molto caro, quello delle passioni. Nel corso del tempo sono rimaste sempre le stesse oppure sono cambiate? (Carlo Tollo)

Le mie passioni sono un po’ cambiate nel corso del tempo. E, in particolare faccio riferimento alla mia grande passione per il parlare in pubblico e la formazione. Infatti, non sono cose che ho voluto fare da subito. La passione per questi due argomenti li ho iniziati a sentire nel corso del tempo e sulla scorta di esperienze fatte anche in altri campi.

In particolare, il tema del parlare in pubblico ho iniziato a sentirlo successivamente alle tante esperienze di aula, quando ho visto che riguardo quello che accadeva in aula le persone non solo erano molto soddisfatte, ma mi riconoscevano anche di essere un comunicatore efficace. E quindi, piano piano, ho iniziato a vedere cosa c’è “dietro le quinte” di questo argomento, a fare letture mirate, ricerche e riflessioni specifiche. Quindi sicuramente c’è stata una forte evoluzione delle mie competenze e delle mie passioni nel corso del tempo.

Cosa intendiamo per parlare in pubblico? Diamo un contorno a questo argomento… (Elisa Pagin)

Do al parlare in pubblico un contorno che è il più ampio possibile, nel senso che per me parlare in pubblico di fatto è quasi tutto. Prima quando chiedevi a Carlo se la radio è un modo di parlare in pubblico, la mia risposta è sì, anche se quello della radio è un pubblico molto particolare. E’ qualcuno che tu sai essere lì, seppure dall’altra parte dell’etere o del web (a seconda del tipo di radio). Per cui cambia decisamente il fatto che tu non veda le persone. Tuttavia, non cambia il fatto che stiamo parlando in pubblico.

Tornando alla domanda, parlare a due o tre persone, di fatto, è già un parlare in pubblico perchè quello rappresenta certamente un gruppo, seppur molto piccolo. Anche fare un intervento durante una riunione è parlare in pubblico. Perchè, anche parlando anche solo per un minuto, vai comunque a lavorare su leve che sono al tempo stesso sia informative che persuasive.

Noi magari siamo abituati a pensare al public speaking come alla classica situazione in cui qualcuno sta su un podio, di fronte a 30-40-50 persone e parla. Invece, non è soltanto quello. Ecco perchè, per me, la definizione di parlare in pubblico è piuttosto ampia. Tanto è vero che in aula chiedo sempre ai partecipanti: quando parliamo in pubblico, cosa intendiamo esattamente per “pubblico”? Perché noi parliamo in pubblico, è vero, ma parliamo anche “a quel pubblico” specifico. E il tipo di pubblico può cambiare fortemente, ciascuno con le sue caratteristiche.

Mi chiedo… io sono un agente e vado a fare una presentazione per la prima volta, quindi presento l’azienda, spiego tutte le caratteristiche del prodotto, ecc. Cambia, in termini di semplicità, il fatto che parlo di fronte a una persona sola o a più persone? (Carlo Tollo)

E’ importante quello che dici, Carlo, perchè collegato al tema del parlare in pubblico ce n’è anche un altro, molto importante: il Presentation design, cioè come progettare la nostra presentazione. Pertanto, rispetto alla domanda che mi hai fatto ci sono due elementi, secondo me: 1) Parlare a una persona è qualcosa di più mirato e focalizzato sulla singola persona (nella modalità “one-to-one”) che non parlare a un gruppo. 2) In ogni caso c’è comunque l’elemento della presentazione. Infatti tu puoi usare diversi strumenti per integrare la tua comunicazione, come ad es. gli audiovisivi, le slide, i materiali, i depliant. Qualsiasi cosa… Tema, il presentation design, che si sta affiancando sempre più a quello, più tradizionale, del public speaking, con tanto di moduli tematici, libri di esperti e così via.

Quindi c’è una distinzione piuttosto netta tra i due argomenti… (Carlo Tollo)

Sì, anche se poi, intendiamoci, nei corsi sul parlare in pubblico è sempre opportuno fare un modulo specifico sul presentation design. Sebbene, a mio avviso, per la verità sarebbe più opportuno fare due percorsi formativi diversi. Anche per evitare il classico fenomeno da “abuso da Powerpoint”. Su questo, non a caso, anni fa per Aif (Ass. Italiana Formatori) ho fatto insieme al mio collega e amico Michele Cardone un seminario dal titolo “NO .PPT. Come fare formazione senza le slide”. In ogni caso, aldilà dello strumento utilizzato, il presentation design studia come utilizzare i vari strumenti all’interno delle presentazioni.

Per il presentation design abbiamo fatto un piccolo accenno e magari ci ritorniamo in una prossima occasione. E comunque abbiamo già messo in evidenza una cosa importante: ossia, attenzione a non abusare delle slide. E invece, quali sono le regole-base (l’ABC) per articolare un ottimo intervento di public speaking? (Elisa Pagin)

Innanzitutto, diciamo che la comunicazione in pubblico deriva in generale dalla comunicazione efficace (di cui parlavamo prima) e quindi segue un po’ le stesse regole. Ovviamente, se ne aggiungono delle altre che sono legate al fatto che hai a che fare con un maggior numero di persone.

Inoltre, per rispondere più compiutamente alla domanda, direi che una prima regola è certamente relativa all’importanza dell’allenamento. Infatti, in aula dico sempre ai partecipanti: “Alleniamoci, alleniamoci, alleniamoci”. Proprio perchè è un aspetto fondamentale nel public speaking (e non solo). Certo, qualcuno può avere una maggiore attitudine al parlare in pubblico, una maggiore capacità “innata” e anche una maggiore sicurezza (magari dovuta anche all’esperienza). Tuttavia, le tecniche per parlare con efficacia in pubblico si possono (più o meno tranquillamente) acquisire e alla base di tutte queste tecniche c’è certamente l’allenamento. Questa cosa la diceva già tanti anni fa Dale Carnegie, autore di un famoso volume dal titolo Come parlare in pubblico e convincere gli altri.

L’allenamento di cui parla Carnegie, peraltro, permette anche di superare uno dei principali scogli nel public speaking che è il timore di parlare in pubblico. Quindi, per sintetizzare, è fondamentale l’allenamento, anche per mettersi in gioco con sé stessi. Infatti, quando parlo di allenamento, intendo anche mettersi di fronte a uno specchio con uno smartphone sia per vedersi nel momento in cui facciamo la nostra presentazione (facendo attenzione anche alla comunicazione non verbale, ad es.) sia per riprendersi e potersi poi rivedere con calma e notare ogni singolo movimento, ogni singola espressione che facciamo.

Inoltre, c’è anche un’altra cosa di cui parlo sempre nei miei corsi e che riguarda il fatto che noi siamo in Italia, a Roma e in tal senso nel parlare in pubblico abbiamo una splendida tradizione. Basti pensare all’oratoria di Cicerone e Quintiliano, tanto per citare due tra i più famosi autori su questo tema. Quindi, la mia impostazione sulla comunicazione efficace in pubblico nasce dal voler unire due “scuole di pensiero”. Quella classica, che risale appunto all’oratoria ciceroniana e prima ancora alla retorica di Aristotele. L’altra che deriva invece da ricerche decisamente recenti, come ad es. le conferenze che i nostri ascoltatori possono trovare sul sito ted.com. Questo sito, che è frutto di una organizzazione a livello internazionale, mette a disposizione tutta una serie di video (che vanno dai 5 ai 20 minuti) di esperti di tematiche le più diverse tra loro (marketing, management, ecc.) che offrono davvero tanti spunti. I relatori sono preparati da tanti coach in giro per il mondo. Ad es. io sono da tempo in contatto con un amico, Angelo Stera, uno dei coach del TEDx Torino (con cui peraltro stiamo scrivendo anche un libro su questi temi). E attraverso la preparazione efficace offerta da questi coach, unita alle competenze tecniche dei relatori, possono emergere tanti spunti di assoluto interesse per il public speaking.

Quindi, se parliamo di regole-base per ottenere la massima efficacia nel parlare in pubblico, per me sono da ritrovare appunto: 1) Nelle cinque fasi dell’oratoria di Cicerone. 2) Nei tanti spunti che derivano dai video che troviamo su ted.com. Ad es., se i nostri ascoltatori vanno su questo sito e fanno una ricerca specifica sul tema del public speaking troveranno una playlist con diversi video molto interessanti sulla comunicazione efficace in pubblico. Gli speech sono in lingua originale (in inglese), tuttavia molti di questi sono anche sotto-titolati in italiano e possono anche essere scaricati in locale. Il tutto in modo gratuito. In particolare, io suggerisco il video di un italiano, Ernesto Sirolli, peraltro con uno stile davvero molto efficace, con grande gestualità e ottima capacità mimica, da cui si può imparare davvero tanto su come parlare in pubblico.

[Fine della prima parte]

Link per ascoltare il podcast della trasmissione.

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