Riflessioni dopo due giorni in aula con i ragazzi del liceo

I giorni di cogestione a scuola di mio foglio Matteo sono stati lo spunto per stare in aula due mattinate con i ragazzi del Liceo Scientifico Statale “Augusto Righi” di Roma… una bella esperienza, da cui scaturisce qualche riflessione…

Stefano Cera

Febbraio 28, 2020

I giorni di cogestione a scuola di mio foglio Matteo sono stati lo spunto per stare in aula due mattinate con i ragazzi del Liceo Scientifico Statale “Augusto Righi” di Roma… una bella esperienza, da cui scaturisce qualche riflessione…

Sulle scale del Liceo Scientifico Statale “Augusto Righi”, Roma.

Pieraccioni nel film Un fantastico via vai dice, “Nessuno, meglio di chi c’ha vent’anni, può farti capire che non ce li hai più…”. Questo è quello che mi sono ripetuto spesso in questi due giorni, nei quali -traendo spunto dalla cogestione a scuola di mio figlio- ne ho approfittato per parlare, ai ragazzi delle classi dalla prima alla quinta di comunicazione in pubblico e di presentazioni efficaci. Una competenza così importante, eppure ancora così poco trattata nelle scuole, se non attraverso qualche estemporaneo intervento di formatori esterni, come me.

E tutti questi ragazzi me lo hanno inconsapevolmente ricordato di non avere più venti anni, anzi anche meno (dai 14 ai 18, più o meno). E per me (abituato a fare formazione con persone adulte) è stato un bel modo per ricordare a me stesso di “guardare sempre con occhi nuovi” al mio lavoro. Mi sono messo in gioco, nel tentativo costante di trovare “ponti” in grado di comunicare attraverso il loro mondo, il loro linguaggio. Per confrontarci sui loro timori, i loro sogni e le loro speranze, spesso difficili da comprendere, anche per loro stessi. E in mezzo a tutto questo c’ero io che, partendo dai loro riferimenti, cercavo di “estrapolare” spunti importanti sulla comunicazione in pubblico. Attraverso i video, le attività e le carte. Insomma, il solito, starei per dire, se non che loro, i ragazzi, erano ben diverso “dal solito”. E questo ha cambiato parecchio il contesto, rendendolo più stimolante, sfidante e nuovo.

Prosegue Pieraccioni… “E quando lo capisci non c’è altro da fare che correre, correre, correre avanti e tornare al futuro; insomma, al tuo tempo”. Torno volentieri al mio tempo, alle mie aule (almeno, quando ripartiranno dopo il forzato stop causato dalle conseguenze del coronavirus) carico tuttavia dei loro sorrisi, della loro energia e del loro entusiasmo. Posso tornare al mio mondo, al mio modo di fare formazione con gli adulti, consapevole d’altra parte del fatto che un altro “piccolo” ponte sono riuscito (forse) a costruirlo.

Come dice Nancy Duarte in un famoso video TED, chi parla in pubblico non è Luke Skywalker, è Yoda. E’ “colui che aiuta il pubblico a spostarsi da una cosa ed entrare nella vostra idea speciale e nuova, ed è questo il potere di una storia”. Mi piace pensare che forse, come Yoda, in questi due giorni sono stato vicino ai ragazzi che ho incontrato in aula, sia pure per pochi piccoli passi, nel loro ancora acerbo percorso…

Grazie ragazzi e, soprattutto, grazie a mio figlio Matteo, che ogni giorno è il mio personale “mentore” per riuscirli a capirli un po’ di più, questi piccoli-grandi ragazzi 🙂

 

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